``Les petits sape``

Una necessità esasperata di idividualismo con un ironico distacco dalla realtà e dalla mediocrità della borghesia. Impertinente, trasgressivo ed insolente nel giudicare la massa, il dandy rifiuta ogni principio egalitario. L’inghilterra di fine ‘800 racconta un uomo sofisticato, di buone maniere e dalla dialettica raffinata. Di origini medio borghese il british dandy ambiva alla perfezione estetica, imitando le regole stilistiche della vita aristocratica.

Il colonialismo inglese e francese in Africa imprime su le popolazioni autoctone un’urgenza di eleganza. Si limano le proporzioni dei classici abiti africani per avvicinansi a linee più occidentali, restando sempre fedeli alla tradizione cromatica nativa. Il dandismo si combina così con l’African wax e genera il black dandy.

Con “Les Petits Sape”, Roberta L’Episcopo racconta al Madeinmedi 2019 un’emergenza di riscatto individuale.

La tratta oltreoceano degli africani, la schiavitù e lo spirito di sopravvivenza. L’America, terra di approdo del fenomeno di deportazione, assiste immobile all’estro dei deportati nella lotta pacifica di riscatto nella società. Desiderio cardine è mettere in risalto la forte personalità, eclissando il concetto di schiavo. Trasformarsi in gentleman, distaccarsi da vincoli sociali imposti da eventi storici tutt’altro che civili. In un sistema dove il benessere è mancante e l’ascesa sociale risulta difficile, il black dandy con il suo senso estetico rafforza la sua voglia di definirsi libero.

Gli anni ’50 e la fine dell’era coloniale. Da una bramata libertà conquistata, si assiste in Congo ad una dittatura dalla forte imposizione sciovinista che bandisce ogni riferimento allo stile europeo. A rubare la scena alla remissiva opposizione congolese La Sape – Société des Ambianceurs et des Personnes Élégantes, un fenomeno che va ben oltre una gratuita stravaganza. Un movimento di giovani congolesi che vestono un lusso ostentato, liberandosi dalle restrizioni dittatoriali. Les sapeurs, la loro ribellione pacifica e la rivendicazione di libertà espressiva si svelano nelle note del cantante congolese Papa Wemba, artista di spicco che con la sua musica racconta l’arte di saper interpretare il mondo.

La designer nei suoi sei look rivela l’importanza della sartorialità italiana, il suo legame con l’influenza sensoriale scaturita dai giochi cromatici e l’amore per la famiglia. A testimoniare questo legame parentale la presenza di stampe personali, rimodulate da Roberta, che ricordano disegni regalateli dai suoi nipoti. L’illustrazione, elemento fondamentale del suo desiderio prefessionale, si inserisce in un concetto più ampio di artigianalità e manifattura. Palette cromatica satura e delicate rivisitazioni contemporanee su scelte materiche dallo stile dandy. Lo street style, evoluzione dello stile dandista, e l’estetica bohemien francese caratterizzano uno styling dai toni contraddittori.

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